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Un libro per la Costituente
25.6.2007

n.zoller@trentinoweb.it
INFO SOCIALISTA 25 giugno 2007
a cura della segreteria regionale SDI, per i rapporti con l'azione nazionale dei
socialisti e del centro sinistra
tel. 338-2422592 - fax 0461-944880
Trento/Bolzano: www.socialistitrentini.it www.socialisti.bz.it
Quindicinale - Anno 4°
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SOMMARIO:

o UN LIBRO, per cominciare: Carlo Rosselli, SOCIALISMO LIBERALE
o BOSELLI ALLA DIREZIONE SDI , VIA ALLA COSTITUENTE SOCIALISTA

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UN LIBRO, per cominciare ("Tutte le cose del mondo conducono a una citazione o a un libro" Jorge L. Borges)

o Autore: Carlo Rosselli
o Titolo: SOCIALISMO LIBERALE
o Eimaudi ed., 1973

LA LEZIONE DI CARLO ROSSELLI RISCOPERTA TARDI
• da TRENTINO, 8 giugno 2007, p. 12
di Nicola Zoller

Il 9 giugno 1937 venivano assassinati in Francia da sicari fascisti i fratelli Carlo e Nello Rosselli. A 70 anni dalla morte, vogliamo ricordarli con un commento all’opera di Carlo Rosselli “Socialismo liberale”.
Uno fra i testi più lungimiranti della letteratura politica del secolo scorso può essere considerato “Socialismo liberale” di Carlo Rosselli. L’opera veniva pubblicata per la prima volta in versione originale da Einaudi nel 1973. Scritta nel 1928-29 al confino di Lipari dove l'autore era relegato dal regime fascista, ne era stata data una versione incompleta e riscritta, con una edizione francese del 1930, seguita da una introvabile ristampa italiana a cura di Aldo Garosci nel 1945. Solo nel 1973, dunque, gli italiani poterono accedere al testo completo dell’opera rosselliana. Perché così tardi?
Probabilmente per l’ostilità della intelligencija cosiddetta ‘progressista’, memore delle ferali parole con cui Palmiro Togliatti aveva stroncato l’edizione francese definendola un “magro libello antisocialista, e niente più”, accomunandola grevemente a “una gran parte della letteratura politica fascista”!
Peraltro anche tra i socialisti italiani di matrice marxista, le idee di Rosselli all’inizio non trovarono asilo felice. Fu solo nella nuova stagione del socialismo riformista e autonomista inaugurata tra gli anni ’70 e ’80 - su cui oggi si è gettata una ingiusta e generalizzata damnatio memoriae - che Rosselli assume una posizione centrale, tanto che le pubblicazioni per il 90° di fondazione del Psi nel 1982 assegnano a quest’uomo di pensiero e d’azione il ruolo di padre fondatore.
Intanto chi è Rosselli? Così egli stesso risponde: “Sono un socialista. Un socialista che, malgrado sia stato dichiarato morto da un pezzo, sente ancora il sangue circolar nelle arterie e affluire al cervello. Un socialista che non si liquida né con la critica dei vecchi programmi, né col ricordo della sconfitta, né col richiamo alle responsabilità del passato, né con le polemiche sulla guerra combattuta. Un socialista giovane, di una marca nuova e pericolosa, che ha studiato, sofferto, meditato e qualcosa capito della storia italiana lontana e vicina...”.
Cosa ha capito di tanto straordinario per essere messo in sordina dai dogmatici? Egli ha capito che è il liberalismo e non il marxismo che offre maggiori garanzie per il raggiungimento degli ideali socialisti. E’ solo attraverso il metodo liberale - cioè nel rispetto delle idee degli altri - che può procedere l’azione socialista. Egli scriverà efficacemente nell’appendice I miei conti col marxismo: “La libertà, presupposto della vita morale così del singolo come della collettività, è il più efficace mezzo e l’ultimo fine del socialismo”.
Si capirà che presso gli ambienti italiani di derivazione terzinternazionalista affermare che “tra socialismo e marxismo non v’è parentela necessaria” e che anzi “la filosofia marxista minaccia di compromettere la marcia socialista”, diventava una bestemmia inaccettabile, come lo era anche semplicemente il mite proposito laico di evitare alla sinistra almeno l’imposizione di “una unica filosofia, un unico schema, una sola divisa intellettuale”.
Nel nuovo secolo si vede come questo eretico socialista liberale abbia avuto ragione sulle miserie intellettuali e pratiche dei sacerdoti dell’ortodossia. Egli in Italia resta uno dei pochi anticipatori delle verità che via via sono state acquisite come tali solo dinanzi alle immani sventure totalitarie subite.
Rosselli è il nostro Eduard Bernstein, l’indomito socialdemocratico berlinese (1850 - 1932) che si batté per far capire che “non esiste idea liberale che non appartenga anche al contenuto ideale del socialismo”. Ribadendo che l’ordinamento liberal-democratico non è l’inerte involucro del potere capitalista ma ha una potenzialità universale in cui tutti possono muoversi per far valere le proprie ragioni, per progredire, per riequilibrare il potere degli altri, Bernstein intuisce la necessità della dissociazione tra marxismo e socialismo. E’ il primo dei revisionisti, ed anche il più denigrato. Lascia a differenza dei suoi detrattori, un insegnamento ed un messaggio di straordinaria modernità.
Rosselli troverà in Karl Popper - alfiere della “società aperta” contro le “false profezie” del marxismo - l’ideale interlocutore che proseguirà nell’opera di “mostrare che il ruolo del pensiero è quello di realizzare delle rivoluzioni per mezzo di dibattiti critici, piuttosto che per mezzo della violenza e della guerra”.
Rosselli è l’antesignano di John E. Roemer, il pensatore americano che nel 1994 ha pubblicato A future for Socialism. Questo autore è un “socialista orwelliano”, in nome di chi, sostenendo un ideale di socialismo anti-autoritario (cfr. George Orwell, La fattoria degli animali e 1984), di quello totalitario ha saputo denunciare tutti i pericoli. E viene a proporre “un socialismo dal forte sapore liberale, basato sulle ragioni del fallimento delle economie dell’est europeo, che è bene siano fallite perché con esse sono falliti dei regimi tirannici”. Con Roemer prosegue sul piano ideale verso il 21° secolo l’opera di Rosselli, per un socialismo che ponga sull’educazione e sulla formazione intellettuale e professionale, le basi per allargare ai “segmenti sociali più svantaggiati” le opportunità di accesso alla vita civile ed al lavoro.
Istanze liberali e socialiste di giustizia e libertà si fondono ancora in questi pensatori, i quali si ostinano a “non ritenere disparati e inconciliabili l’ideale della libertà politica e quello della giustizia sociale”. Per questi valori Rosselli visse e morì. Dopo la guerra di Spagna - combattuta insieme all’amico e compagno Pietro Nenni, col quale aveva fondato nel 1926 la rivista Quarto Stato - Carlo Rosselli cadde in terra di Francia nel 1937, assassinato dai sicari lì inviati dal regime fascista. Fu ucciso una seconda volta dalla propaganda d’opposto segno, ma di pari violenza e settarismo. Oggi continua a rinascere e vivere nelle menti e nei cuori di chi coltiva un’idea liberale di progresso e civiltà.
Nicola Zoller, segretario regionale socialista SDI

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BOSELLI ALLA DIREZIONE SDI , VIA ALLA COSTITUENTE SOCIALISTA
“La necessità di costruire una nuova forza socialista – ha detto il segretario dello Sdi, Enrico Boselli, aprendo venerdì scorso i lavori del Comitato direttivo nazionale del partito - non discende da una vocazione nostalgica, da un'ostinazione ideologica o peggio da una voglia di rivincita, ma dalla mancanza in Italia di una forza politica del centrosinistra che sappia sposare i principi dell'innovazione con quelli della giustizia sociale, il valore della laicità e dei diritti civili con l'aiuto alle famiglie, la libertà e la difesa dei diritti umani nel mondo con la sicurezza e la pace”. “Noi – ha continuato Boselli - abbiamo bisogno di più riformismo e non di meno riformismo”.
“Noi – ha continuato ancora Boselli affrontando il tema dei rapporti con gli altri partiti dell’Unione - non possiamo restare fermi ed inerti. Non possiamo lasciare che il dibattito all'interno del centrosinistra sia tra chi vuole questo partito democratico e chi invece vuole la ‘Cosa Rossa’. Mettere in campo da subito un'iniziativa per avviare il lavoro che ci porti alla Costituente socialista, e successivamente a un congresso fondativo di tutti coloro che si riferiscono al Pse in Italia, deve essere la nostra primaria impostazione. Ci sono già personalità, circoli e gruppi che non nascono dalla tradizione del Psi e del Psdi, ma spesso da quella del Pci, interessati a sviluppare un percorso comune che ci porti alla costituente socialista”. Il segretario dello Sdi, dopo aver sottolineato il rapporto sempre più stretto con Lanfranco Turci, Giuseppe Caldarola, Roberto Barbieri, Emanuele Macaluso e Rino Rormica e il comune intendimento per “la creazione di una nuova forza socialista in Italia” ha ammonito a non rinchiudersi “in un recinto di una coerenza storica alla quale continuamente appellarsi” perché in questo modo “noi non aiuteremo un processo di ricostruzione di una forza socialista”. Per questo - ha detto ancora – “che dobbiamo manifestare un'apertura nei confronti di tutti i riformisti, di quanto si muove nel centro sinistra di critico verso il nascente partito democratico. Si tratta di un disagio laico che esiste e che affiora nella Margherita, di cui sono importanti sintomi il dissenso espresso da Willer Bordon e da Cinzia Dato. C'è un'area radicale, fatta di una molteplicità di associazioni, di cui sono esponenti principali Marco Pannella ed Emma Bonino, con la quale con i quali vogliamo proseguire un confronto che non consideriamo affatto chiuso. Se ci guardiamo intorno non mancano gruppi e personalità per dar vita a un partito socialista che rappresenti una vera novità nella politica italiana. Questo cammino tuttavia deve partire da rimettere insieme al più presto tutte le componenti che si riferiscono già oggi al socialismo europeo”. “Noi certo non dimentichiamo –ha aggiunto - in questo percorso verso la creazione di una Costituente socialista le formazioni della diaspora e mi riferisco innanzi tutto al Nuovo Psi di Gianni De Michelis e ai Socialisti di Bobo Craxi e Saverio Zavettieri. Consideriamo un dovere per noi tutti riunirci e mettere fine alle nostre divisioni. Questa però non è la fine di un percorso ma ne può essere solo una premessa”. E quindi ha concluso annunciando “un primo appuntamento per il prossimo luglio per iniziare il cammino della Costituente socialista”.
FACCIAMO UN APPELLO ALLA SD DI MUSSI E ANGIUS
“Se è essenziale il riferimento al Pse – ha detto il segretario dello Sdi, Enrico Boselli, aprendo questa mattina i lavori del Comitato direttivo nazionale del partito - allora tutte le forze che considerano fondamentale il legame con il socialismo europeo dovrebbero innanzitutto unirsi fin da oggi per costituire il nucleo di un cantiere più grande. Ed è questo che propongo alla Sinistra democratica di Mussi e Angius. Non mi stupisce che si voglia aprire un dibattito a tutto campo che coinvolga anche l'estrema sinistra. Tuttavia, prima di aprire questo dibattito, è necessario costruire un nuovo soggetto socialista. Non c'è sembrato, quindi, un buon avvio l'assemblea dei parlamentari di Rifondazione comunista, dei Comunisti italiani, dei Verdi, alla quale hanno partecipato i parlamentari di Sinistra democratica. Mussi ha cercato di ridimensionarne la portata politica, ma resta il fatto che la piattaforma programmatica uscita da quell'assemblea è assai simile – se non identica - a quella di Rifondazione comunista, mentre è molto distante da quella del socialismo europeo”.
“Più volte – ha detto ancora Boselli - Fabio Mussi ha fatto riferimento alla necessità di avere una ‘massa critica’ per potere incidere nella politica italiana. Questo ragionamento può essere convincente, a condizione che la ricerca di una massa critica non sia una finalità in se stessa perché, se adottassimo questo criterio senza alcuna qualificazione, allora tanto valeva condurre una battaglia all'interno del partito democratico”.
“A percorrere questa strada – ha concluso il leader socialista facendo riferimento al progetto della Costituente – chiamiamo, e da subito, tutti coloro che sono interessati al socialismo democratico europeo per creare un nucleo di una più ampia e forte formazione socialista”.
LA CANDIDATURA DI VELTRONI DIMOSTRA DEBOLEZZA DEL PROGETTO DEL PD
“Il progetto del nascente partito democratico in Italia – ha detto il segretario dello Sdi, Enrico Boselli, aprendo questa mattina i lavori del Comitato direttivo nazionale del partito - è già in crisi perché non riesce ad uscire da una logica di compromesso tra il laicismo dei DS e il confessionalismo della Margherita. A questo vuoto di prospettive si cerca di far fronte con la riscoperta di un leader come Veltroni che dovrebbe dare alla nuova formazione politica non solo un volto ma un’identità. Il ricorso a Veltroni, da chi lo aveva considerato una sorta di pericolo pubblico n.1, è una prova della debolezza di tutta questa costruzione politica”.
“Già una volta - ha continuato Boselli - a Veltroni fu offerta da Massimo D’Alema, divenuto allora presidente del Consiglio, la segreteria di un partito vero come erano i DS, ma dovette presto gettare la spugna perché non riuscì a imporre una svolta di rinnovamento. Questa volta a Veltroni viene offerta la guida di un partito virtuale nel quale continuano a convivere di fatto due partiti reali, come i DS e la Margherita, dominati da agguerriti gruppi di potere”.
“Tutta questa operazione – ha sottolineato ancora l’esponente socialista - rischia di risolversi in una messa in campo di Veltroni non tanto in vista di una futura candidatura a premier per la prossima legislatura, ma come possibile riserva alternativa a Prodi per la presidenza del Consiglio in questa legislatura”. “Così le prossime primarie potrebbero servire non tanto a legittimare Veltroni ma a delegittimare Prodi”. “E Prodi che rinuncia alla guida del partito democratico – ha concluso Boselli - diventa un leader dimezzato e di tutto abbiamo bisogno meno che di questo per arginare la pressione crescente della destra”. Leggi la relazione integrale sul sito www.sdionline.it
Eletti esecutivo e segreteria
“Al termine dei lavori il Direttivo nazionale dello Sdi, riunito questa mattina a Roma, ha eletto il Comitato esecutivo e la segreteria nazionale del partito. La segreteria è composta di 9 membri e oltre al segretario Enrico Boselli, e al vice segretario Roberto Villetti, ne fanno parte: Rapisardo Antinucci, Roberto Biscardini, Marco Di Lello, Ada Girolamini, Ugo Intini, Pia Locatelli, Maria Rosaria Manieri, Riccardo Nencini, Gianfranco Schietroma. Il Direttivo ha anche confermato nell’incarico di tesoriere del partito, l’on. Giuseppe Albertini”. Dell’Esecutivo è stato chiamato a far parte Alessandro Pietracci, capogruppo SDI in Comune di Trento.

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