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CON LA PASSIONE DEI RAGAZZI
6.11.04

Care compagne, cari compagni,
ringrazio i compagni trentini e bolzanini – tra cui il segretario Alessandro Bertinazzo e il presidente Beppino Sfondrini - che partecipano alla nostra Assemblea congressuale. Porto il saluto del compagno Gino Manunta, che accompagna sempre con affetto il nostro impegno politico. Con lui salutiamo i compagni già consiglieri regionali Nereo Manica, Attilio Tanas e Giancarlo Tomazzoni che hanno appoggiato con un caldo appello la nostra lista socialista per le ultime elezioni provinciali. A loro – e attraverso loro a tutti i nostri compagni più anziani - ripetiamo con devozione le parole del poeta: “si invecchia non per l’età ma se si abbandonano gli ideali”: voi cari compagni non li avete abbandonati, continuate tenacemente per questo ad essere i nostri più giovanili amici e maestri di vita politica, la quale naturalmente viene confortata anche dalla presenza di nuove leve e di nuove energie che possono far proseguire e rinnovare il discorso dei padri.
Cari compagni, avete trovato, entrando in sala, il libretto dedicato a Riccardo Lombardi dalla direzione nazionale SDI in occasione del ventesimo anno dalla morte, il 18 settembre appena sorso. Ho pensato che sarebbe stato un “memento” gradito qui in Trentino, perché Lombardi ebbe anche nella nostra terra – oltre che su scala nazionale - una influenza notevolissima sulla politica socialista. Negli anni ’70 essere “lombardiani” voleva dire sostenere una politica di contestazione e di forte competizione con la parte conservatrice del Paese per una alternativa riformatrice di programmi e contenuti.
1. CON RICCARDO LOMBARDI, PER NON SOCCOMBERE ALLO STATUS QUO
Lombardi era un riformatore autentico, veniva dall’esperienza liberalsocialista del movimento azionista e nel Psi dal 1947 in poi espresse sempre una tendenza autonoma e critica sia nei confronti del burocratismo comunista che verso il pragmatismo governabilista spicciolo. Egli prospettava “una società che riesce a dare a ciascun individuo la massima possibilità di decidere la propria esistenza e di costruire la propria vita”. Anche per questa impostazione fu vicino alle esperienze di rinnovamento della politica che con 1968 cominciarono a sorgere nel nostro paese, e non a caso la maggior parte degli aderenti alla Fgsi – la federazione giovanile socialista – erano con lui.
Uno di questi giovani, Enrico Boselli, attuale presidente nazionale dello SDI, è stato appunto il promotore - il 18 settembre 2004 – del convegno nazionale per parlare di come Lombardi intendeva “la politica e le riforme”. Non un “amarcord”, ma una serie di appunti da inserire nella agenda odierna del centro sinistra italiano. Già, perché Lombardi ha insegnato al movimento progressista a non essere succube dello status quo, ai poteri forti, all’apparato politico dominante. Penso che noi socialisti trentini anche grazie a lui abbiamo potuto proseguire su quella strada di fiera libertà e autonomia intellettuale e politica che da Cesare Battisti in poi caratterizza il nostro movimento. E se la storia del Trentino non può essere ridotta alla storia istituzionale degli apparati democristiani provinciali – come taluno pretende ora indisturbato di fare, attorniato da una acquiescenza che noi non lasceremmo passare – lo si deve anche al riferimento che il mondo laico-socialista trentino ha potuto fare a personalità come Riccardo Lombardi.
2. PER NON VIVERE ALLA GIORNATA
E anche in momenti particolarmente difficili per noi – come quelli attuali – avere una bussola, un orientamento a cui restare legati pur nelle varie declinazioni da svolgere nei mesi e negli anni, è di grande utilità, oltre che un segno di coerenza, una vera questione morale tra tanti trasformismi. “Per non vivere alla giornata bisogna conoscere le proprie radici” suggeriva un maestro di vita, mentre in altro contesto un indimenticato compagno sindacalista - di fronte alla sfacciataggine dei voltagabbana e a chi, magari tra il plauso degli astanti, si esercita in abili manovre di rampantismo - rilevava che “in questa società ci vuole ben più fegato ad essere coerenti tutti i giorni con i propri ideali”.
Care compagne e cari compagni, nel corso della mia esperienza politica ho dovuto preparare tante relazioni, spesso troppo lunghe e piene di… citazioni, come amichevolmente mi avete fatto rilevare. Oggi sarò più contenuto di altre occasioni, anche se invece qualche citazione continuerò a farla per un metodo che mi è stato trasmesso fin dai tempi di scuola. Umberto Eco ha detto onestamente che “tutto quello che lui pensa è già stato stampato”. Insomma c’è solo chi le citazioni per pudore le mette tra virgolette e chi prova a venderle come farina propria. Ecco, a noi è stato spiegato che è meglio fare alla prima maniera…
3. UNA RINNOVATA DIREZIONE PROVINCIALE
Dunque, sarò un po’ schematico sui temi provinciali, mi limiterò come previsto ad una introduzione perché abbiamo proposto alla nostra Assemblea Congressuale – che ha il potere deliberativo in merito - di affidare al compagno Celso Pasini il compito i guidare il percorso dei socialisti trentini per i prossimi tempi. E’ lui il compagno che ha la fortezza e l’attitudine giuste per affrontare questa nuova fase provinciale. Sarà suo compito quindi indicare la nostra agenda politica ed operativa, e noi tutti siamo impegnati a sostenerlo, a collaborare per la migliore riuscita del lavoro comune.
4. UNA NUOVA DIREZIONE REGIONALE
Grazie a lui abbiamo anche potuto mantenere in questi anni rapporti più aperti e continuativi con i compagni socialisti di Bolzano e oggi possiamo valorizzare queste relazioni costituendo degli organismi regionali che possano stabilmente occuparsi per ambedue le Federazioni provinciali SDI della politica istituzionale regionale, dei rapporti con la Direzionale nazionale del partito e con l’ASA – l’associazione dei socialisti delle Alpi – oltre a quanto ancora potrà essere utile e necessario, a partire dalla partecipazione alla costituenda Federazione riformista dell’Ulivo che sarà attivata – oltre che su scala nazionale - anche su base regionale assieme ai DS, alla Margherita e ai Repubblicani europei.
5. LE PRIORITA’ PROGRAMMATICHE DEI SOCIALISTI
Ecco, compagne e compagni, noi usciamo dall’esito negativo delle elezioni provinciali del novembre scorso, e questo pesa molto in una realtà dove la Provincia è l’istituzione più forte. La nostra voce sarebbe servita ancora a porre l’attenzione particolarmente su tre priorità, quali quelle di:
-ridurre del tutto il numero delle famiglie sotto la soglia di povertà, che in Trentino sono ancora circa 3000;

-garantire un livello più alto di istruzione universitaria per i nostri figli, essendo questo livello ancora limitato rispetto ad altre regioni italiane;

-investire sempre più risorse nella ricerca scientifica e tecnologica, come premessa per un futuro di sviluppo civile ed economico per la nostra terra.


6. UN PARTITO, UNA STORIA, UN AVVENIRE: “SE PARLI SOCIALISTA IN EUROPA TI CAPIRANNO”

Continueremo in altro modo a sottolineare queste grandi questioni, anche mantenendo e rafforzando i legami sia con la nostra presenza istituzionalmente organizzata a livello parlamentare nazionale ed europeo, sia – su altro fronte – con quella attiva nei municipi della nostra regione.
Il nostro è infatti un partito che proviene da una storia gloriosa ma anche tribolata, nella quale si sono susseguiti momenti di alta visibilità organizzativa e istituzionale, ad altri di vero e propria damnatio memoriae. Nei momenti difficili di quest’ultimo decennio e di quest’anno appena trascorso spesso mi è tornato alla mente un nostro manifesto degli anni ’70, declinato in varie lingue, che affermava: “Se parli socialista in Europa ti capiranno”. Ecco - ho pensato - anche qui da noi la potenzialità socialista saprà rinnovarsi e rifiorire se saprà collegarsi alla grande esperienza europea.

7. LA FEDERAZIONE DEI RIFORMISTI DELL’ULIVO

A)Ed è quello che col partito nazionale abbiamo fatto per le elezioni europee del giugno 2004, immettendo la tradizione socialista su un più ampio percorso riformista: questa esperienza – che ci ha visto assai attivi anche in Trentino-Alto Adige – sta ora per sostanziarsi in quella Federazione riformista che dovrebbe diventare il nucleo propulsore della più ampia coalizione del centro sinistra - la grande alleanza democratica – in grado di dare l’alternativa al centro destra berlusconiano.

8. L’AUTONOMIA SOCIALISTA NEI COMUNI

B)Ma anche a livello locale possiamo continuare a rendere viva la presenza socialista riproponendo e allargando le coalizioni comunali uscenti e contribuendo a costruire nuove intese tra forze del centro sinistra autonomista e civico. L’impegno dello Sdi – come più volte sottolineato dai nostri compagni amministratori in questi mesi – è quello di essere utile alla coalizione con forme di apporto autonomo e liste elettorali tese a coinvolgere in modo motivato tutta l’area laica e socialista.

Care compagne e cari compagni, prima di passare la parola torno ad accennare ad un tema generale che ha segnato la nostra esperienza politica e che ad una assemblea di partito non può essere sottaciuto: il ruolo dei partiti, appunto.

9. “L’IMPOSTAZIONE VERICISTICA-SALOTTIERA-COLONIZZATRICE” DEL SISTEMA MAGGIORITARIO

Il 27 ottobre 2004 il quotidiano l’ADIGE ha ospitato tra le sue lettere una nota politica di Giovanni Colombo, presidente nazionale della Rosa Bianca e consigliere comunale indipendente dei Ds a Milano: una personalità ricca di tensione innovativa e morale, lontana dai riti della vecchia politica. Eppure, cosa dice? E’ indignato per il modo in cui è stata scelta la candidatura in un collegio di Milano del “professore fiorentino-romano Zaccaria”, l’ex presidente Rai, e considera “di destra” non “di sinistra” l’impostazione “verticistica-salottiera-colonizzatrice dell’intera operazione”.
Ma, cari amici e compagni, è l’intero sistema elettorale maggioritario all’italiana, privo di elezioni primarie vere, che periodicamente – da destra e da sinistra - paracaduta sull’elettorato candidati decisi ad un tavolo romano da una cerchia ristretta di pochi capi.

10. “LA POLITICA STA CONVERTENDOSI IN SCHIAVA DELL’ECONOMIA”

Vengono alla mente le parole del compagno Lelio Lagorio: “il sistema elettorale proporzionale è una conquista storica della sinistra contro il monopolio dei notabili”. In Italia la crisi dei partiti ha significato infatti anche la crisi del sistema elettorale proporzionale: ma da un problema che esisteva – quello della eccessiva invadenza dei partiti – si è passati non al suo risanamento ma all’accentuazione dei dati verticistici del sistema.
Si osannava la società civile contro la società politica e poi dalla società civile è “sceso in campo” un campione così becero di antipartitismo e di antipolitica che avrebbe dovuto far ricredere più d’uno. Ma anche più in generale “la politica sta convertendosi in schiava dell’economia” come ha rilevato lo scrittore Claudio Magris il 23 ottobre appena scorso nel suo discorso al premio letterario spagnolo delle Asturie; e di questa prevalenza della sfera economica-finanziaria- tecnocratica ne abbiamo avuto tante esemplificazioni nelle vicende italiane dell’ultimo decennio.

11. I PARTITI, NUOVE ISTITUZIONI DI COMUNICAZIONE ATTIVA E CIRCOLARE TRA I CITTADINI

Compagne e compagni, forse è inutile ora, ma servirà per il prossimo futuro: per superare il sistema di notabilato politico oggi incardinato sul maggioritario, sul culto oracolare dei sondaggi, sui plebisciti televisivi, occorre ritornare – così le definisce quel costituzionalista democratico che risponde al nome di Gustavo Zagrebelsky – a quelle “istituzioni classiche del popolo capace di azione politica: i partiti”. E di fronte a tanti increduli, ricordiamo con il prof. Hans Kelsen – uno dei maggiori teorici della democrazia rappresentativa - che “la moderna democrazia si fonda interamente sui partiti politici, la cui importanza è tanto maggiore quanto maggiore applicazione trova il principio democratico”. Qui sta il grande problema della democrazia del nostro tempo. “L’importante – ricorda ancora Zagrebelsky – è fare di questi partiti, nelle forme conosciute e in forme nuove, delle vere istituzioni di comunicazione attiva e circolare tra i cittadini”.

12. LA FACCIA TOSTA DI BERLUSCONI, INCREDIBILE CAPOFILA CONTRO GLI SPRECHI DELLA POLITICA

Collegato al tema del ruolo dei partiti c’è il problema del costo della politica, che ha tenuto banco anche nella nostra Regione per tutto l’anno. Certo, Berlusconi se ne fa un baffo di tante disquisizioni, lui risolve i problemi di finanziamento della sua politica autoriducendosi le tasse, talvolta gli basta una leggina ed un rialzo dei suoi titoli in Borsa per guardare dall’alto in basso i discorsi sulle indennità e sui vitalizi parlamentari e degli eletti in genere. Anzi, lui ha la faccia tosta di farsi spesso incredibile capofila di chi impreca contro gli sprechi della politica…
Cosa può fare la politica democratica? Deve impedire in ogni modo la tendenza ad alimentare l’antipolitica, tendenza che purtroppo non viene solo da destra. Allora bisogna essere chiari: si dice che la politica costa; è vero, ma dietro questa affermazione rischia di nascondersi l’allargamento smodato di privilegi per la politica. Noi in genere – pur essendo oggi gente che lavora nelle aziende private o nelle professioni e che dedica volontaristicamente il proprio tempo libero alla politica – non ci accalchiamo dietro petizioni contro le indennità per gli eletti, memori del fatto che queste sono state introdotte per permettere non solo ai ricchi di svolgere funzioni elettive.

13. LA SOBRIETA’ PER NON ALIMENTARE L’ANTIPOLITICA

Quando però si eccede, si rischia di dare al cittadino l’immagine di una classe politica – come rammenta Giuliano Amato – “con il vizio del privilegio, della rendita di posizione, dello status differenziato”. Certo la politica costa, ma c’è ancora tanta gente che – nella società, nelle istituzioni, nei partiti – la fa gratuitamente o con indennità e rimborsi simbolici: non bisogna regalare queste persone impegnate e la più larga parte di quelle che fa da spettatrice, al populismo anti-istituzionale di destra e di sinistra, all’anti-politica.
Per far questo occorre anche una chiara opzione degli eletti e degli iscritti ai partiti per l’autofinanziamento, senza aspettare sempre e comunque risorse pubbliche per finanziare l’attività politica: e in questo senso – nel nostro ambito - voglio ringraziare particolarmente quei compagni e quelle compagne che in questi anni hanno sostenuto con le sottoscrizioni e le iscrizioni al partito la politica socialista in Trentino, non da ultimo in occasione della campagna elettorale per le provinciali del 2003, coperta con l’autofinanziamento dei compagni e del rappresentante istituzionale provinciale, la qual cosa ci permette ora di affrontare le nuove prove per le elezioni comunali senza debiti e con risorse decorose e sufficienti.

14. LA PASSIONE DEI RAGAZZI

Care compagne, cari compagni, con questo ultime note passo il testimone al compagno Pasini. Noi ci affianchiamo a lui, nella nostra provincia e nella nostra regione, con la stessa fiducia con cui Ignazio Silone professava –tra tante cadute e traversie – la sua fiducia nel socialismo, “tornato ad essere – egli scriveva – quello che era quando da ragazzo per la prima volta avvertii un bisogno effettivo di fraternità e di affermazione della persona umana su tutti i meccanismi sociali che la opprimono”. Care compagne e cari compagni, conserviamo nel tempo quest’animo da ragazzi per ritrovare appunto la passione dei ragazzi trasmessaci da Silone.
N.Z.


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