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Al direttore de L'ADIGE
18.9.2012

LETTERA APERTA AL DIRETTORE DE L’ADIGE PIERANGELO GIOVANETTI SUL "NUOVO PARTITO MODERNO"



“Il Pd, l’Italia e il salutare ciclone Renzi” ?

Pare di rileggere il programma riformista del Psi…



Caro direttore,

nel suo editoriale di domenica 9 settembre 2012 intitolato “Il Pd, l’Italia e il salutare ciclone Renzi”, lei contesta in modo sferzante le “gerontocrazie” del PD, un partito nato “dalla fusione a freddo di due classi dirigenti , quella del vecchio Pci e della sinistra Dc, che sono state incapaci di elaborare un nuovo progetto di Italia…”.

Per lei un nuovo partito moderno dovrebbe essere “attento socialmente ai più deboli ma capace di coniugare il bisogno con il merito”, impegnato a “promuovere l’uguaglianza delle opportunità per favorire l’emergere delle eccellenze”, pronto a “rimuovere le rendite di posizione per sprigionare le energie dell’ingegno e della creatività, così da competere con l’Europa e il resto del mondo”.

Conclude affermando che questo sono i “partiti democratici” in tutto l’Occidente. E cita subito l’America di Obama. Bene. Ma l’Europa, l’Occidente più vicino con cui dobbiamo confrontarci ogni giorno? Non ci sono qui in tutti, proprio in tutti i Paesi europei, formazioni affiliate al Partito del Socialismo Europeo -socialisti, socialdemocratici, laburisti- impegnate a guidare lo schieramento alternativo ai conservatori? Perché in Italia, solo in Italia, non è possibile?

Certamente la responsabilità principale è del Psi e delle plurindagate colpe dei dirigenti socialisti. Ma quanti hanno congiurato contro la prospettiva di “un socialismo all’europea” anche nel nostro Paese? Perché persiste nell’ultimo ventennio questa “damnatio memoriae” che impedisce all’Italia di inserirsi nel quadro riformista europeo?

Eppure rileggendo i punti che lei ha menzionato a proposito del nuovo “partito moderno”, pare di rileggere il programma riformista del Psi, quella “democrazia dei meriti e dei bisogni”, volta a superare – come lei li definisce – “gli schemi della vecchia sinistra ideologica”.

Probabilmente ha ragione Silvio Pons, direttore dell’Istituto Gramsci, a considerare non un vantaggio - come taluni radical chic lo reputano - ma un grave handicap per lo schieramento progressista l’aver rimosso con compiaciuto cinismo l’orizzonte del riformismo socialdemocratico europeo dall’Italia.

Intanto, nella primavera 2012 in Francia, nell'estate 2013 sperabilmente in Germania, il moderno socialismo democratico e laburista va avanti…



Nicola Zoller, segretario regionale Psi






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