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Primo Maggio a Rovereto
25.4.2013

Trento/Bolzano, 25 aprile 2013

Sommario:

1. PRIMO MAGGIO A ROVERETO 2. I PUNTI PROGRAMMATICI DEL PSI PER IL NUOVO GOVERNO 3. "PAPA FRANCESCO, PALADINO DEGLI ULTIMI"



INFO SOCIALISTA 25 aprile 2013 - a cura di n.zoller@trentinoweb.it tel. 3382422592 - Trento/Bolzano: www.socialistitrentini.it / www.socialisti.bz.it Sito nazionale PSI: www.partitosocialista.it Quindicinale - Anno X



INVITO

EVVIVA IL PRIMO MAGGIO!

con i Socialisti roveretani e trentini in piazza Erbe a Rovereto Mercoledì 1 Maggio 2013, ore 11.



Centoventiquattro anni or sono, al congresso di Parigi del 1889 venne promossa dall' Internazionale socialista la celebrazione del 1 Maggio come "Festa del Lavoro" o "Pasqua degli operai di città e campagna".

La ricorrenza ha mantenuto da allora il carattere di manifestazione per i diritti dei lavoratori, di solidarietà internazionale e di pace, superando i confini partitici e sindacali per diventare una manifestazione aperta a tutta la popolazione che ha fiducia nel progresso sociale e civile della comunità umana.

Come da tradizione, i Socialisti roveretani e trentini propongono a tutti un "brindisi" augurale per il 1 Maggio: l’appuntamento è per mercoledì 1 Maggio 2013 dalle ore 11 a mezzogiorno presso la Stella d'Italia in Piazza Erbe a Rovereto, con un garofano rosso all'occhiello... che sta a significare non solo un segno di festa ma anche una testimonianza di resistenza in questo difficile 2013.

Al proposito vogliamo sottolineare un dato recentemente proposto in un libro controcorrente di Piero Sansonetti: “In Italia a metà degli anni Ottanta la ricchezza era divisa così: il 60 per cento finiva ai lavoratori dipendenti e a pensionati, e il restante 40 per cento a profitti e rendite. Nel corso di vent’anni i lavoratori dipendenti hanno perso un terzo della loro ricchezza trasferendola a imprenditori e redditieri: oggiAggiungi un appuntamento per oggi il 40 per cento della ricchezza va ai lavoratori e il 60 per cento a imprenditori e a chi dispone di rendite”. Purtroppo nell’ultimo ventennio - sotto l’impeto di una falsa rivoluzione promossa da gruppi politici e finanziari che poi si sono rivelati di gran lunga più corrotti di quelli precedenti - con l’acqua sporca della prima repubblica è stato buttato via anche il bambino (cioè, diritti sociali) che in quella storia repubblicana era pur cresciuto bene, come afferma un valido testimone come Sansonetti, giornalista per molti anni all’ Unità e poi direttore di Liberazione. Compito di chi crede nel progresso sociale è di riportare il mondo del lavoro nelle condizioni di forza e di dignità che un tempo non lontano deteneva. Viva il Primo Maggio.



Nicola Zoller


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2. I PRINCIPALI PUNTI PROGRAMMATICI DEL PSI PER IL NUOVO GOVERNO

Li ha proposti il segretario Riccardo Nencini al presidente del Consiglio incaricato Enrico Letta:



Istituzione di un “Bonus fiscale” a favore di cittadini e imprese che siano contribuenti virtuosi.



Programmi regionali condivisi con i Comuni per la lotta all'evasione e all'elusione fiscale e relativo coordinamento delle funzioni dei diversi corpi dello stato.



Sgravi fiscali a favore di imprese che occupino manodopera e intellettualità giovani.



Adozione di un'indennità di cittadinanza vincolata all'esercizio di attività di natura pubblica e/o formativa.



Sostegno mirato alle imprese che esportano



Cancellazione dell' IMU per l'abitazione nella quale si risiede



Introduzione di un' imposta patrimoniale sulle grandi ricchezze (superiori ai 2 milioni di €) e corrispettivi sgravi IRPEF per i redditi medio bassi.



Previsione di tutele basiche per lavoratori atipici a tempo determinato.



Fissare un tetto per pensioni, indennità e liquidazione “di Stato”



Previsione di una norma che distingua tra banche d'investimento e banche commerciali



Ricontrattazione del Patto di stabilità



Affidare ad una Convenzione costituente la riforma dello Stato. Assieme alla riduzione del numero dei parlamentari e alla diversificazione delle funzioni delle due camere (Senato delle regioni e delle autonomie), prevedere, tra l'altro, l'abolizione delle Comunità montane, delle Province e la fusione di Comuni con popolazione inferiore ai 3000 abitanti.



Conferire il solo rimborso elettorale a quelle forze politiche in regola con l'art. 49 della Costituzione e che abbiano bilanci certificati da società esterne.



Prevedere un finanziamento straordinario per la ricerca universitaria.



Allargamento del programma Erasmus agli studenti delle scuole medie superiori, che siano meritevoli e in condizione di bisogno.



Applicazione piena della Carta di Nizza (2000) relativa ai diritti per gli immigrati di terza generazione



Provvedere ad una riforma della legge elettorale che consenta ai cittadini di scegliere gli eletti e consenta la formazione di maggioranze e minoranze parlamentari certe



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3. "PAPA FRANCESCO, PALADINO DEGLI ULTIMI" Commento all’elezione del nuovo papa

-di Alessandro Pietracci, rivista UCT, marzo 2013



Ero a Roma nei giorni dell'elezione del nuovo Papa. Da osservatore esterno, ma da sempre interessato ai fatti che concernono il mondo cattolico, non potevo non seguire con simpatia ciò che si stava muovendo all'interno della Chiesa cattolica, un'istituzione non certo veloce nei cambiamenti. In quelle giornate si respirava però un clima nuovo, nell'aria c'era il presentimento di un grande evento che stava per accadere. Ed ecco il nuovo vescovo di Roma, arrivato "quasi dalla fine del mondo": un prete , un gesuita, un pastore di una grande metropoli del sud del nuovo mondo, di origine italiana. Eccolo presentarsi con una veste bianca priva di orpelli e con un semplice e disarmante "buonasera". Eccolo con un nome che è tutto un programma: Francesco, il santo degli umili. Il nome dato a una delle due figlie. Il giorno dopo ho voluto andare a respirare l'atmosfera di piazza San Pietro, dove la sera precedente si era consumata una pagina di Storia con la maiuscola. Mi sembrava di percepire ancora la gioia, lo stupore e la speranza anche di chi non appartiene alla comunità ecclesiale cattolica ma che pure è animato dagli stessi ideali di vicinanza agli ultimi. Ideali che hanno trovato concreta espressione nel discorso della presidente della Camera appena eletta, Laura Boldrini.

Ero a Roma da socialista, per parlare di politica, per incontrarmi con i vertici del mio partito in un necessario momento di analisi collettiva su questa difficilissima stagione per l'Italia. Nei mesi scorsi la situazione dei vertici della Chiesa si era talmente degradata (a furia di scandali, giochi di palazzo, rivelazioni) che qualcosa di nuovo doveva accadere. Avremmo potuto assistere anche ad una svolta conservatrice, ma il "gran rifiuto" di Papa Ratzinger è stata la scossa, lo schiaffo che ci voleva.

Si può dire lo stesso per la politica italiana? Rigore, semplicità, parsimonia ma anche affabilità e competenza: sono queste le caratteristiche della figura del nuovo Papa a cui potrebbero ispirarsi molti dei nostri nuovi e giovani parlamentari. La democrazia si sta però rivelando un'arte più difficile che governare la Chiesa. Il pessimismo della ragione si scontra con l'ottimismo della volontà. In politica non basta però la volontà che si trasforma troppo spesso in velleitarismo. La democrazia deve fare i conti con i numeri e l'unico spirito a cui può fare affidamento è il senso di responsabilità della coscienza individuale.

Servono tuttavia gesti simbolici, che non sono tanto l'apriscatole del populismo grillino quanto la nascita di un governo credibile e autorevole, il sostegno alle istituzioni vacillanti e infine un nuovo rapporto con i cittadini, che aspettano dai politici umiltà e capacità di ascolto.

Da laico mi è piaciuto molto l’abbraccio che il nuovo Vescovo di Roma (che non si è mai definito Papa) ha voluto dedicare alla piazza, al popolo di Roma, a cui ha chiesto preghiera e benedizione. Come sono lontani i tempi del pontefice prigioniero in Vaticano! Ora le due sponde del Tevere sono vicine e mai così comunicanti. La democrazia e la laicità hanno aiutato la Chiesa a riflettere sul potere temporale. Ora è papa Francesco che ci può aiutare, nella consapevolezza che le porte dell’inferno “non prevalebunt” sulla Chiesa. E speriamo neanche sulla democrazia italiana.



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