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MA I SOCIALISTI NON MORIRANNO
1.1.2004

Descrivendo su «l´Adige» del 28 dicembre l´obito dei socialisti trentini con tratti più o meno veristici, Paolo Tessadri finisce per chiedersi testualmente: "... chi ha inoculato i germi del riformismo, le idee socialiste?". Detto più prosaicamente: chi è l´erede di questa defunta tradizione? Sì, non c´è via di scampo, perché il nostro Tessadri poco più avanti afferma:"La storia non è mai tornata indietro. I grandi partiti che sono scomparsi non sono più riusciti a ritornare grandi e potenti, al massimo è rimasta qualche testimonianza locale, importante, ma nulla più".
Ebbene - a contrario - si potrebbe ricordare che dopo la gelata tirannica e persecutoria del fascismo, alcuni grandi partiti risorsero più grandi e più forti di prima. I socialisti di certo non scomparvero e guidarono l´Italia verso la nuova primavera della Repubblica democratica.
Può darsi che l´ultimo decennio del XX secolo sia stato più duro e letale per i socialisti, ma potrebbero anche esserci sviluppi diversi. Oltre ad un passato che solo dei prevenuti potrebbero ridurre alle vicende di "tangentopoli" e che quindi racchiude pagine importanti per la storia nazionale e locale, i socialisti hanno davanti una prospettiva europea.
Al di là delle vicende e vicenduole nostrane, c´è questo impulso più ampio che sovrasta i nostri limiti personali e localistici. "Se parli socialista in Europa ti capiranno" titolava un manifesto - antico e modernissimo - del PSI. È così: anche in Trentino moriremo o vivremo se questa dimensione continentale sfiorirà e regredirà oppure -viceversa - saprà vivere, rinnovarsi e ampliarsi. E quest´ultima prospettiva - non dunque un destino cinico e baro - è quella più credibile.

Nicola Zoller


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