<< indietro


Il figlioTelemaco, erede eretico
8.9.2013

LE NUOVE GENERAZIONI E IL COMPLESSO DI TELEMACO/ commento al libro di Massimo Recalcati "Il complesso di Telemaco"
- di Nicola Zoller

Ho dedicato questo commento letterario a mio figlio Andrea - che il 21 agosto 2013 ha compiuto vent'anni - e a tutti i suoi coetanei, per un futuro da affrontare con desiderio e responsabilità.

Dal giornale L'Adige di domenica 8 settembre 2013, p. 54


Narra Omero che Telemaco per prima cosa avrebbe voluto «il ritorno del padre». Anche nel nostro tempo aspettiamo questo ritorno, dopo l’età dei conflitti generazionali del Sessantotto e dopo il successivo appiattimento dei genitori sui piaceri dei figli.

Non si vorrà dunque il ritorno di un padre-padrone né di un padre glorioso ma neanche di un padre irresponsabilmente permissivo. Secondo Massimo Recalcati, l’autore de Il complesso di Telemaco, (Feltrinelli, Milano, 2013), le nuove generazioni aspettano che qualcosa dei padri fragili e vulnerabili di oggi almeno ritorni. Egli immagina dei padri-testimoni, non modelli ideali o tantomeno autoritari, ma appunto capaci di testimoniare come si possa stare in questo mondo con desiderio e, al tempo stesso, con responsabilità.

I giovani-Telemaco di oggi vogliono essere eredi-eretici, cioè essere eredi nel modo giusto: nonvittime del padre, né a lui ottusamente ostili. Non figli-Edipo, che oscillano nella visione del padre come Ideale e poi come Rivale, scatenando il complesso che porta al proprio accecamento e alla perdizione. Né figli-Narciso: «il narcisismo dei figli dipende da quello dei genitori» segnala l’autore; se l’azione educativa si riduce a favorire la felicità spensierata dai figli senza alcun impegno soggettivo, si finisce per sostenerne il capriccio. I padri da un lato saranno sollevati da compito di rappresentare la presenza dei limiti, ma in questi figli si spegnerà il desiderio, perduti tra godimenti fittiziamente continui in cui si è sempre giovani e vitali. Questi figli-Narciso finiranno per vivacchiare in preda allo spreco – finché sarà possibile – e senza desideri: come destino una vita perduta.
Ora, perché i giovani di oggi dovrebbero essere figli-Telemaco? Essi vivono la scura «notte dei Proci», stanno ereditando «una terra sfiancata, un’economia impazzita, la mancanza di lavoro e di orizzonte vitale». Dunque, cosa potrebbe valere la rabbiosa lotta col padre del figlio-Edipo? E quanto durerà la saga capricciosa del figlio-Narciso? Ecco perché è di nuovo l’ora di Telemaco: i figli «domandano che qualcosa faccia da padre, che qualcosa torni dal mare, domandano una Legge che possa riportare un nuovo ordine e un nuovo orizzonte nel mondo».

Ma vogliono essere eredi-eretici, come si diceva, non vogliono essere fedeli acritici dell’eredità paterna, vogliono riconquistare ciò che hanno ereditato. Né obbedienza al passato, né rivolta verso il passato. Dopo il rifiuto di essere figli in preda all’autosufficienza e alla bramosia di «farsi da soli», il figlio-Telemaco cerca la propria libertà unendola alla responsabilità. Basta 'rottamazioni'. «Noi non siamo altro che l’insieme stratificato di tutte le tracce, le impressioni, le parole che provenendo dall’Altro ci hanno costituito. Non possiamo parlare di noi stessi senza parlare degli Altri, di tutti quegli Altri che hanno determinato, fabbricato, prodotto, marchiato, plasmato la nostra vita».

Ma per essere giusti eredi non si può essere eredi passivi. C’è sempre un rischio aperto, l’eredità non è il consolidamento di una appartenenza acquisita, ammoniva Freud. «Ciò che hai ereditato dai padri, riconquistalo se vuoi possederlo davvero» era stato l’invito di Goethe. Ancor meglio specificava Heidegger: «si tratta di scegliere sempre quello che si eredita».

È quello che fa Telemaco: «non si limita ad attendere e a invocare il padre, ma agisce, si strappa dall’attesa, si mette in moto». E nel viaggio verso Pilo e poi verso Sparta sulle tracce degli eroi della guerra di Troia, rischia di perdersi. La ricerca del suo passato, della sua eredità, comporta il pericolo dello smarrimento. «Solo dopo questo viaggio – conclude Recalcati – Telemaco potrà abbracciare e farsi abbracciare dal padre» (Odissea, canto XVI). La giusta eredità non è staticamente fissata in origine, c’è sempre un rischio, un pericolo: essa «si realizza solo quando viene fatta propria dal soggetto in un movimento in avanti, di riconquista»: also sprach Goethe. Ma questo processo di riconquista si intreccia - come abbiamo visto - con la speranza che intanto almeno qualcosa del padre ritorni dal mare: è il complesso di Telemaco, una aspettativa che attende il compimento...



torna in alto




Powered by Web Wiz Site News version 3.06
Copyright ©2001-2002 Web Wiz Guide