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POST VOTO
7 marzo 2018

LETTERA AI COMPAGNI DI ALESSANDRO PIETRACCI

PARTITO SOCIALISTA ITALIANO

Federazione di Trento

Trento 07,03,2018

Cari amici e cari compagni,

non spreco parole nel dire che queste elezioni segnano una svolta nella storia italiana recente. Si parla giustamente di un terremoto, forse maggiore di quello del 1994. Allora si poteva intuire un nuovo cammino da seguire: di lì a poco nasceva l’Ulivo di Romano Prodi. Oggi non si intravedono altre possibili prospettive. E non parlo solo della sinistra, uscita disfatta dal voto. Si staglia davanti a noi una fase di ingovernabilità, o di governi deboli con all’orizzonte la figura di Salvini ormai vero leader di una destra post-Berlusconi, diventata estrema destra. Il Paese è in stallo. Ci affidiamo ovviamente al Presidente Mattarella, dal quale però non possiamo pretendere l’impossibile.

Una fase si è conclusa definitivamente. Ormai anche le categorie di destra e di sinistra (per me comunque ancora valide) sono saltate nella percezione dei più. Rifarsi alle grandi tradizioni repubblicane – socialista, riformista, cattolica – non serve a nulla. Peggio. Non viene capito dalla gente. Come se parlassimo una lingua straniera. Non contano la competenza, l’impegno, la cultura, la capacità di governo, i risultati raggiunti (tutte cose ascrivibili a Gentiloni e al suo Governo). Per la maggioranza dei cittadini contano altre cose. E di questo dobbiamo tenere conto.

La campagna elettorale è stata faticosissima. La lista “INSIEME”, praticamente invisibile dal punto di vista mediatico, prende meno voti dei fascisti di Casapound. Ci consola l’elezione di Riccardo Nencini nel suo collegio di Arezzo, di Serse Soverini e di Fausto G. Longo.

Tuttavia, è forte lo scoramento. L’idea di essere “scaduti”. Certo ci sono stati errori, c’è stato (o c’è ancora?) un leader, Matteo Renzi, ostinato e distruttivo, c’è una congiuntura sfavorevole, c’è il solito istinto suicida della sinistra. Ma questi elementi non bastano per spiegare un disastro di queste dimensioni. Sembra che un modo di fare politica sia stato pesantemente sanzionato, nel segreto dell’urna elettorale.

La domanda è la solita: che fare? Non lasceremo certamente cadere la nostra tradizione socialista. Continueremo il nostro impegno. Servono però forme nuove, un campo più largo e soprattutto energie nuove e non rassegnate.

Per la prima volta anche il Trentino è stato travolto dall’onda nazionale di destra. Con alti e bassi gli anni scorsi ci eravamo salvati. A volte anticipavamo i tempi. Va dato atto a Dellai di aver costruito un argine da cui poi sono nate le diverse esperienze del centrosinistra autonomista. Ora quell’argine è definitivamente caduto. In Trentino vince la destra a guida leghista, con il 40%. Il centro sinistra è annientato e l’area autonomista in grave affanno.

Le elezioni provinciali incombono. Possiamo perderle. Anzi questa è la probabilità maggiore. Ma possiamo anche vincere, sia perché a livello locale non si rispecchiano completamente le dinamiche nazionali, sia perché abbiamo tempo per cambiare ed individuare nuovi percorsi.

Bisogna però cambiare radicalmente. Aprire un nuovo cantiere per organizzare una lista per le provinciali. Occorre superare anche i vecchi aggettivi, logorati dall’ uso o dall’abuso: laico, ambientalista, riformista. Lo siamo e lo rimarremo. Ma la gente non capisce più queste parole. Non vuole i politici, a prescindere da meriti e demeriti personali. Non ci vuole. E lo dice una persona che per militanza e coerenza crede alla funzione dei “vecchi partiti”.

Senza offrire nuove proposte, ad ottobre, rischiamo una sconfitta storica anche qui in Trentino. È per questo che dobbiamo tutti, partiti grandi e piccoli, gruppi e associazioni, aprire il più vasto confronto politico e culturale, senza confini e senza pregiudizi. Non c’è tempo da perdere!

Un grazie sincero ai candidati, a chi ci ha sostenuto e ai militanti che hanno consentito di fare questa battaglia. Onestamente ci aspettavamo di più, nonostante l’ostracismo e il silenzio che ha avvolto la campagna elettorale della lista “INSIEME”, una esperienza politicamente e umanamente positiva.

Fraterni saluti.

Alessandro Pietracci







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