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25 APRILE, UNA STORIA DI LIBERAZIONE/GIUSTIZIAI

25 APRILE, UNA STORIA DI LIBERAZIONE E DI GIUSTIZIA

-di Nicola Zoller

Provo a ricordare – in maniera non retorica ma pur sempre incoraggiante – il 25 aprile, Festa della Liberazione, grazie all’aiuto di un libro: “L’Europa raccontata ai ragazzi” – conciso ma prezioso saggio di Jacques Le Goff, uno dei maggiori storici francesi. Egli si rivolge a tutti i ragazzi europei e li incita a studiare la storia per “progredire”. Bisogna conoscere il passato per saper preparare l’avvenire, per sviluppare le tradizioni positive dell’Europa, per non ripetere gli errori e i crimini commessi in passato. Bisogna anche evitare di manipolare la storia creando miti nazionalistici. La storia non deve essere un pesante fardello di cui gravarsi né una cattiva consigliera che legittimi la violenza. Essa deve essere maestra di vita, servire al progresso. L’autore si spiega ancora meglio scrivendo che oggi – dopo aver sperimentato nel Novecento (e in questi ultimi anni proprio alle porte dell’Europa) tante atrocità, crisi, ritorni alle barbarie e all’impotenza – giungiamo a mettere in dubbio l’idea stessa del progresso. Ma anche se il progresso non è sempre avvertibile, se è discontinuo, se può interrompersi o addirittura fare dei passi indietro, noi dobbiamo fare in modo che si tratti soltanto di momenti transitori. L’Europa – afferma – deve riprendere il suo cammino verso il progresso, che per prima essa ha realizzato e proposto agli uomini.
Insomma, questa sintesi di Le Goff serve a ricapitolare rapidamente alcune vicende del passato prossimo e recente del nostro continente, aiutando il giovane (e, possibilmente, anche meno giovane) lettore a trarre dalla storia utili e innovative memorie per il futuro. Qui ne voglio elencare almeno due.

1) I lager nazisti e quelli stalinisti. Dal 1942 i nazisti avevano deciso lo sterminio totale di tutte le persone imprigionate per motivi razziali, primi fra tutti gli ebrei. E’ quella che Hitler definiva la “soluzione finale”. E’ stato il genocidio degli ebrei, la Shoah. Pochissimi di essi si sono salvati. Ricordatevi – esorta Le Goff – di questi misfatti abominevoli, di cui furono responsabili anche i fascismi e nazionalismi in Italia, in Francia e nell’Europa orientale. Non potrà esistere un’Europa giusta e degna senza memoria dei crimini europei, di cui questo è stato il più atroce: il 25 aprile in Italia è un significativo momento di riflessione per una conseguente azione politica e civile in difesa della democrazia e della libertà.
In quest’ultimo senso l’autore rammenta che già prima della seconda guerra mondiale un altro regime dittatoriale, quello comunista con a capo Stalin, aveva compiuto dei crimini orribili che attentavano alla libertà e alla dignità dell’uomo e dei suoi diritti: processi truccati, deportazioni ed esecuzioni in massa di polacchi, di ucraini e di intere popolazioni. Tristemente simili ai campi di concentramento nazisti, i campi sovietici in Siberia sono stati riempiti di deportati che vivevano in condizioni terribili, costretti ai lavori forzati, destinati a morire.

2) Il futuro dei popoli. E’ un breve efficace consiglio quello che viene infine da Le Goff. Occorre liberare le ideologie da ogni aspetto irrazionale e violento. Bisogna trasformarle in ideali, cioè in modelli positivi. Occorre sostituire all’aggressività dei conflitti ideologici un pacato, tollerante e leale scambio di idee. L’Europa deve essere un grande spazio di dialogo pacifico.
Anche nel settore economico, così importante per la prosperità delle nazioni e degli individui e per il tenore di vita degli europei, bisogna che all’economia di mercato – che garantisce una necessaria e utile libertà – si accompagnino dei controlli e degli interventi da parte dello Stato che correggano la tendenza del mercato verso sgradevoli disparità economiche. Oltre alla libertà bisogna promuovere la giustizia sociale, è l’ultimo consiglio del vecchio Le Goff ai suoi giovani amici. E anche a noi tutti. Buona Festa della Liberazione.

Nicola Zoller, collaboratore della storica rivista socialista “Mondoperaio”




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