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19 agosto ALBERONI: LA MORALE E LA FRATELLANZA

ALBERONI: LA MORALE E LA FRATELLANZA - IN MEMORIA DURATURA DI UN SOGNO DI VERA MORALITÀ

-di Nicola Zoller*
Giornale ALTO ADIGE, 19 Agosto 2023

Era stato direttore dell' Istituto universitario superiore di scienze sociali di Trento dal 1968 al 1970, in pieno sommovimento studentesco: Francesco Alberoni, scomparso in quest’agosto 2023, era stato proposto a quel ruolo da Norberto Bobbio, in quanto capace di comprendere i 'movimenti'. Scriverà in seguito, nel 1977, un classico della sociologia 'Movimento e istituzione', che ritrovo nella biblioteca di casa ben annotato in preparazione di un esame universitario. Ma Alberoni non è stato solo un sociologo: laureato in medicina, ha studiato psichiatria e psicologia, pubblicando nel 1979 quel noto saggio socio-psicologico intitolato 'Innamoramento e amore'. È meno conosciuta la sua opera di filosofo e di umanista che si interroga sulla condizione umana dal punto di vista etico. Da questo filone usciranno due libri importanti: 'L’altruismo e la morale' (con Salvatore Veca) e 'Valori' (Rizzoli, 1993). È di quest’ultima opera che proverei a riferire in memoria duratura di questo autore poliedrico.
Scritta nel 1993 – anno cruciale della storia italiana – ha in incipit deciso: «Sopravvivono solo i figli di Caino. Abele, la saggezza biblica ce l’ha detto, è morto. E’ rimasto solo Caino, e noi siamo la sua progenie». Possiamo riscattarci?
Sì – scrive Alberoni – ma c’è bisogno di una azione che non sia utilitaria e egoistica. La vera moralità ha a che fare con ciò che è generoso e altruista. Per molti invece, la morale non significa virtù, bontà, valore. Significa sdegno, condanna, punizione. «Ecco, li vedete tutti costoro sfilare nel corso della storia accigliati e intransigenti, che accusano, che esigono punizioni esemplari per i malvagi, per i corrotti!». Ciascuno prende un sasso per lapidare l’adultera, si getta sul reo per linciarlo. Così si tagliano le mani ai ladri, si torturano, si crocifiggono i criminali, si bruciano gli eretici, si eliminano i rivali. Quanta di questa 'giustizia' è stata fatta in tal modo! «La storia è stata un succedersi ininterrotto di atti di giustizia sommaria: così nel passato e così in epoca recente», dichiara Alberoni. Perché tutti vivono il loro avversario come un essere repellente, crudele, spietato. Mentre vivono se stessi come virtuosi e giusti, costretti a difendersi. «Anche la lotta politica è praticamente tutta combattuta con accuse di immoralità».
Ma perché confondere la morale con la lotta politica? E’ incredibile - aggiunge Alberoni - che la gente non capisca, non voglia capire che quando in un movimento, in un partito politico, il capo, il demagogo urla: “Facciamo giustizia”, di solito non ha nemmeno lontanamente in mente la giustizia morale. Il suo vero scopo è minare la legittimità di chi è al potere per rovesciarlo e prendere il suo posto. La calunnia, la diffamazione, il linciaggio morale, sono stati e sono strumenti abituali di conquista del potere.
Questo «giudizio di condanna» è rivolta all’esterno, agli altri. Tende ad ignorare la nostra immoralità. Per questo essa vede sempre il male degli altri e non vede il proprio. Perché in realtà non è un sentimento morale, ma una manifestazione dell’aggressività.
L’autentico sentimento morale comprende invece simultaneamente sé e l’altro, capisce che «la malvagità di quell’azione è una mostruosità del mondo», di tutti, una cosa che facciamo o potremmo compiere noi stessi. Perciò la malvagità dell’altro, che pure resta dell’altro, non ci appare totalmente estranea. Non è la malvagità del nemico. E’ la malvagità dell’esistenza, delle cose, degli uomini, che si materializza in quel punto.
Dunque, il presupposto del vero sentimento morale è la fratellanza. Il comandamento «ama il tuo nemico» non è un comandamento eroico. E’ il punto di partenza della morale. Essa aspira ad un mondo diverso, conciliato. Tende ad evitare la separazione assoluta tra male e bene, ad evitare il giudizio. Quando si dispiega – conclude Alberoni – «si presenta in forma di entusiasmo e di bontà». Essa ricorda una armonia originaria poi perduta, e ne ha nostalgia.

* Nicola Zoller, segretario Psi del Trentino-Alto Adige



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