Renato Ballardini è stato un deputato Psi del Trentino-Alto Adige per
cinque legislature, fino al 1979. Una vita politica operosa e brillante. Poi
successe l'irreparabile. Ballardini nell’autunno 1981 lasciò il Psi [con una “mini-scissione”, come l’ha definita il giornale ‘la Repubblica’ del 4 ottobre 1981 sotto il titolo “Lascia il PSI un gruppo anti-Craxi”] dopo che
solo due mesi prima, il 3 agosto 1981, si era rivolto a Craxi con una richiesta:
sarebbe stato "ben lieto di diventare giudice costituzionale su designazione del
partito" (parole di Ballardini, come sta scritto testualmente nella apposita
lettera scritta in quel giorno a Craxi). Peccato che due mesi dopo questo stesso
partito da comodo e apprezzato interlocutore per acquisire una nomina si sia
trasformato - una volta non ottenuta la designazione - in un “partito senza
principi, spregiudicato e intollerante” e quindi da abbandonare sdegnosamente,
dedicandosi poi per anni a polemizzare con Craxi (si veda l'articolo sul
giornale "Alto Adige" del 7 ottobre 1981 intitolato "Perché lascio il Psi"). Per
‘appesantire’ le sue tesi continuerà a sostenere di essere stato “espulso” da
quel partito, dal quale invece in prima istanza se ne era voluto andare secondo
quanto da lui stesso sostenuto nell’articolo citato. È la parabola che
accompagna spesso i moralisti più accesi. Piero Fassino, prima dirigente
comunista e poi dei Ds e del Pd, metterà in seguito le cose a posto anche sul
piano politico. Nel suo libro “Per passione” (ed. Rizzoli, 2003) definirà Craxi
“uomo profondamente di sinistra”, aggiungendo in schietta autocritica che “il
Pci negli anni ’80 non appare capace di affrontare il tema della modernizzazione
dell’Italia, spingendo così ceti innovatori e produttivi verso chi, come Craxi,
dimostra di comprenderli”. Altro che senza principi e intollerante! Quanto allo
“spregiudicato”, giudichi il lettore chi lo è in questa stucchevole vicenda.
P.S.: a ulteriore commento della lettera di Ballardini all' "On. dr. Bettino Craxi" va ricordato che Giudice
della Corte Costituzionale verrà eletto - dopo il ritiro della candidatura del docente giuslavorista
Federico Mancini - il prof. Ettore Gallo, partigiano e illustre giurista di orientamento socialista.